Il cantautore napoletano torna con un intenso brano dedicato agli ultimi
TaraTarè, registrato negli studi Megaride a Napoli e su piattaforma YouTube dal 7 dicembre 2022, è il frutto del lavoro su testi, musica e voce di Lu Pagano con la consulenza musicale di Mario Marigliano (conosciuto ai più per essere parte del duo “Vento di Mare”) e con la direzione d’ orchestra e gli arrangiamenti di Antonello Cascone, collaboratore anche di Andrea Bocelli.
Assemblando la voce calda dell'artista, al tamburello e alla chitarra “mo facimme e Tarantelle”, volendo impulsivamente menzionare un modo di dire allegro e colorato, che ci riporta per dichiarato riferimento alle ritmiche del pezzo.
La canzone racchiude molta memoria storica sonora popolare, di quella Napoli pervasa di vocazione musicale. Le influenze delle melodie vanno ricercate nei secoli precedenti alla canzone napoletana classica dell’Ottocento (nel Canto delle lavandaie ad esempio) ed incidono sia l'arte di strada dei posteggiatori che le composizioni, di qualche decennio fa, di Sergio Bruni, di Mario Merola e oltre. I testi mettono in primo piano gli ultimi: quelli che dormono nelle strade, quelli che gridano e non li senti, quelli che sono invisibili perché siamo noi i ciechi. Eppure, queste persone affrontano la vita con un sorriso, proprio come soleva fare Pulcinella, e trovano la forza in un raggio di sole.
“Chist'è o'munno e Pulicenella (Questo è il mondo di Pulcinella)
Sott'o sole e sott'e stelle (Che sotto al sole e alle stelle)
c'arrangiammo tutt'e juorne (trova il modo di andare avanti tutti i giorni)
cu a speranza e cu nu suonno” (con la speranza di realizzare un sogno)
Nel videoclip di TaraTarè, girato tra il Teatro Herberia Rubiera e Parco della Vittoria a Reggio Emilia e Palazzo della Pillotta a Pavia dal regista Andrea Toy Bonvicini, l'artista rimane l'interprete principale, anche se le sue inquadrature vengono spesso intervallate da una scacchiera, come emblema della lotta tra il bene e il male, tra la coscienza e l'egoismo.
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La carriera di Lu Pagano affonda le sue radici negli anni Ottanta, quando con la storica etichetta Polygram di Vincenzo Pollio esordisce con i singoli “Piccerè” e “Annamaria”, ottenendo un lodevole successo. Seguiranno altri due brani, “Che donna” e “L'ammore si”, arrangiati, oltre che da lui stesso, da Marigliano e Ingrosso. E come succede molto spesso nella vita i percorsi che sembrano avere davanti una strada in discesa e priva di ostacoli all'improvviso, invece, si interrompono. Infatti, con l'album “L'urdema sera cu te”, già sul tavolo della sua etichetta, si chiudono i rapporti con la Polygram e purtroppo tutto il 33 giri resterà inedito. Sorte simile avranno gli album “Cik e Ciak” e “Piazza Castello” agli inizi degli anni '90, per problemi legati l'uno con l'editoria e l'altro alla chiusura improvvisa della casa discografica C.G.D. Le avversità mettono alla prova il cantautore, che di conseguenza decide di fermarsi sul piano discografico.
A distanza di molti anni, oggi Lu Pagano con la canzone TaraTarè riprende con determinazione in mano le redini della sua carriera, anche grazie all'amico storico Mario Marigliano, che non ha mai smesso di essergli vicino. Sorte ben diversa ha avuto, invece, il percorso live, che dagli anni '80 continua senza sosta, per il piacere di chi ama ascoltare i suoi componimenti. Oltre alle classiche serate nei locali più importanti campani, l'artista partenopeo ha girato l'intera Italia. Ricordando qualche palco che lo ha visto protagonista, molto spesso accompagnato da grandi nomi del panorama musicale italiano, non si possono omettere: il Garden Casinò di Sanremo, la discoteca Marabù a Reggio Emilia, il Teatro Tenda di Orbetello, la Mostra d'Oltremare a Napoli. La forte personalità artistica di Lu Pagano è la vera guida per il nuovo cammino intrapreso, fatto di amore e interesse per il suo territorio, ma anche della giusta aspirazione ad estendere la conoscenza dei suoi lavori.
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Elisa Iacono
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